Il giorno in cui Eros volò via da Piccadilly Circus

Piccadilly Circus – Tube: Piccadilly Circus


La prima volta in cui misi piede a Piccadilly Circus – era il mese di Luglio del 1993 – la mia scalcagnata macchina fotografica catturò questa immagine.

Ero un adolescente che veniva dalla provincia e, com’era prevedibile, rimasi abbacinato da quel muro di colori e di luci che mi si parò davanti quando uscii dal sottopassaggio della metropolitana, all’angolo con Lillywhites.

TDK, Panasonic e Sanyo pubblicizzavano i loro nastri VHS, le televisioni a colori e i floppy disk; Foster’s e Carlsberg, marchi rispettivamente australiani e danesi, certificavano la definitiva vittoria della birra lager straniera a scapito della bitter che nei decenni precedenti era stata la bevanda più in voga; Coca-Cola, McDonald’s e Burger King erano già indiscussi padroni del mondo.

Nel 2024 le famose insegne di Piccadilly Circus sono un unico schermo di 783 metri quadrati, con una risoluzione superiore al 4K.

E’ rimasto lo storico mosaico di inserzionisti, a disposizione esclusivamente di sei marchi che ruotano le posizioni sullo schermo ogni 90 secondi. Ogni 10 minuti, però, ciascuno dei marchi occupa l’intero schermo per 40 secondi sfruttando la tecnologia DeepScreen™, che crea un impressionante effetto 3D.

Ciò che non è mutato, in questi 31 anni, è la Shaftesbury Memorial Fountain, con in cima la statua di alluminio che tutti chiamiamo familiarmente Eros.

Una delle prime cose che imparai in quel primo viaggio a Londra, e lo saprete sicuramente anche voi, è che la statua sulla sommità della fontana rappresenta in realtà Anteros, fratello di Eros. Simboleggia l’amore filantropico e disinteressato per i poveri del Conte di Shaftesbury, a cui è dedicato il monumento. Fu anche ribattezzato “Angelo della Carità Cristiana” ma dal 1893, anno in cui la fontana fu inaugurata, per i londinesi e per i forestieri il suo nome rimane Eros.

Perché vi parlo di un monumento così famoso, che sicuramente avete visto e fotografato decine di volte e di cui conoscete già tutto?

Lo faccio perché voglio raccontarvi di quella volta in cui Eros spiccò il volo e lasciò Piccadilly Circus per 17 mesi abbondanti. Un episodio di cui non sapevo assolutamente nulla.

Lo spunto per questa storia è il mio post più recente, l’ennesimo episodio di “Scerloccami questa!”, nato da una banale cartolina che spedii ad un collega esattamente vent’anni fa e che mi è ricapitata tra le mani di recente, per puro caso. Ho voluto sfidare me stesso e voi lettori ad individuare con la maggior precisione possibile la data in cui fu scattata l’immagine della cartolina.

Un passo alla volta, ecco le mie conclusioni…

Cartolina acquistata nel 2004 ma, come spesso capita (o capitava, dato che le cartoline sono ormai merce sempre più rara), ricavata da una fotografia più datata. In questo caso, i modelli delle auto in circolazione intorno alla statua di Eros mi fanno propendere per gli anni ’80.

Riconosco una Fiat Panda e una 127, oltre ad alcune Ford Fiesta, e a una Vauxhall Chevalier seconda serie di colore bianco. Alle sue spalle c’è un furgone nero che potrebbe tranquillamente avere a bordo la banda dell’A-Team, se non fosse che è brandizzato COIT, azienda specializzata nella pulizia di tappeti, moquette e tappezzeria.

Il fatto che ci siano i saldi da Lillywhites non aiuta: da quando frequento Londra non c’è stata un’occasione in cui il celebre negozio di sport (un tempo rinomato e oggi in inesorabile picchiata) non esponesse decine di cartelli e di bandiere con la scritta “SALE”. Indizio totalmente inutile, quindi.

Mi concentro allora sul civico adiacente, dove si trova il Criterion Theatre, inaugurato nel 1874 e da allora ininterrottamente in funzione.

Un po’ di ricerche su Google mi permettono di identificare con certezza lo spettacolo allora in cartellone: si tratta di Run For Your Wife, commedia di Ray Cooney in cartellone al Criterion dal 12 Dicembre 1983 al 4 Marzo 1989.

“London’s Funniest Show”, recita l’insegna accanto al nome dello spettacolo. “Postcard’s most useful clue”, dico io. Mi permette di circoscrivere la data in quell’arco di tempo.

Mi sposto un po’ più a sinistra e, dopo un’altra vetrina di Lillywhites, c’è l’ingresso del Criterion Restaurant, vera e propria istituzione della gastronomia londinese, coetanea dell’omonimo teatro.

Oggi le sue eleganti sale ospitano una succursale di Masala Zone, nota catena di ristoranti indiani. E’ soltanto l’ultima incarnazione di un locale che negli ultimi anni ha cambiato pelle e nome innumerevoli volte: Criterion Brasserie, Savini at Criterion, Granaio e oggi, appunto, Masala Zone. Nel 1984 il ristorante, che era proprietà di Trusthouse Forte, fu ristrutturato e riapparvero le spettacolari decorazioni che dal 1960 erano rimaste nascoste dietro muri di fòrmica.

Accanto al Criterion c’è Butlers, wine bar di cui non trovo alcuna traccia, nonostante mille tentativi. Probabilmente ha avuto vita molto breve.

Qui, fino a metà anni ’80, si trovava la celebre Cockney Pride Tavern, frequentatissima e insospettabilmente grande.

Si estendeva infatti sotto il livello stradale e sbucava dall’altra parte dell’isolato, in Jermyn Street. Purtroppo non ci sono date certe della sua scomparsa: qualche fonte parla del 1984, altre del 1988. Niente di sicuro, insomma.

Quindi proseguo spostandomi a sinistra, raggiungendo l’entrata della stazione di Piccadilly Circus, seminascosta da un ponteggio.

Ebbene sì, fino agli anni ’80 Piccadilly Circus aveva ben due ingressi dal livello stradale, uno qui e uno su Haymarket, dietro l’angolo. Entrambi rivestiti di terracotta color rosso scuro, molto simili a quelli che possiamo ancora ammirare a Covent Garden o Oxford Circus.

Quando la stazione fu ristrutturata entrambi gli ingressi sparirono. Ma non è tutto: l’intero edificio tra Piccadilly Circus e Haymarket fu completamente raso al suolo nel 1989!

Mettete a confronto queste due fotografie.

Rimase in piedi soltanto l’edificio del Criterion (teatro e ristorante), oltre ovviamente a Lillywhites. Tutto il resto venne giù e fu sostituito dal fabbricato attuale, terminato nel 1991.

Tutte queste informazioni, purtroppo, non mi aiutano. La demolizione nel 1989 conferma le date suggerite dal periodo in cui “Run For Your Wife” è andata in scena al Criterion (12 Dicembre 1983 – 4 Marzo 1989) e non aggiunge altro.

Devo quindi attraversare la strada, cercando di non farmi investire dal Routemaster che sta passando, diretto a ovest.

Ci sono lavori in corso, a quanto pare, al London Pavilion. Non compare nella fotografia, ma questo grande edificio risalente alla seconda metà dell’Ottocento in quegli anni era oggetto di una totale ristrutturazione.

Prima music hall, poi teatro, infine cinema fino alla chiusura nel 1981, il London Pavilion rimase nel limbo per qualche anno e a partire dal Gennaio del 1986 fu completamente sventrato. Rimase in piedi la sola facciata e al suo interno sorse un gigantesco centro commerciale, che sarebbe poi diventato parte del London Trocadero. Quando io lo vidi per la prima volta ospitava il Rock Circus, esibizione di statue di cera create dagli artisti di Madame Tussauds. Il London Pavilion riaprì il 22 Luglio 1988, con una cerimonia a cui presenziò il primo ministro Margaret Thatcher.

Questo indizio è già più utile a restringere il campo: la fotografia della cartolina risale quindi ad uno spicchio di tempo compreso tra la fine di Gennaio del 1986 e il 22 Luglio 1988.

A questo punto mi ritrovo in un vicolo cieco, non ci sono altri indizi in vista. Le auto, i taxi, gli autocarri e gli autobus che circolano intorno alla fontana di Eros non aiutano più di tanto, così come l’abbigliamento della gente. Non vedo pantaloni corti e nemmeno indumenti invernali, direi che siamo in primavera o all’inizio dell’autunno. E’ piovuto da poco, a giudicare dall’asfalto bagnato.

Poi, però, mi accorgo di un particolare. In molte fotografie che ho consultato prima di cominciare a scrivere questo post la fontana di Eros è circondata dalle auto su ogni lato. Guardate questa veduta aerea di fine anni ’50, ad esempio.

Oppure questa fotografia del 1968, che ritrae Lillywhites, il Criterion Theatre e l’omonimo ristorante.

Davanti ad essi c’era un marciapiede e poi una carreggiata per le automobili, la continuazione di Piccadilly in direzione di Haymarket e Leicester Square.

La statua di Eros, fino agli anni ’80, era quindi al centro di un’isola pedonale completamente circondata dal traffico. C’era addirittura una corsia riservata agli autobus che collegava Shaftesbury Avenue con Lower Regent Street.

Per vedere com’era Piccadilly Circus nel 1970 potete andare al minuto 7:20 di questo filmato.

Nel Giugno del 1986 l’incrocio si presentava così: un enorme cantiere, in superficie e nel sottosuolo.

Sapevo che la statua di Eros, nel corso del ‘900, era stata più volte rimossa. Eccola ad esempio nei Victoria Embankment Gardens nel 1931, mentre erano in corso i lavori per rinnovare la stazione della metropolitana di Piccadilly Circus.

Quello che non conoscevo era il fatto che il 10 Agosto 1984 Eros prese il volo e si trasferì a Edinburgo per un urgente restauro. Ritornò a Londra nel Febbraio dell’anno seguente e trascorse più di un anno nel foyer della Royal Festival Hall.

Il 24 Marzo 1986, finalmente, una possente gru sollevò Eros e lo adagiò delicatamente sulla sommità della fontana, che nel frattempo era stata spostata di ben 12 metri!

Il progetto del Greater London Council prevedeva infatti la creazione della zona pedonale, la stessa che oggi frequentiamo, e il ricollocamento della Shaftesbury Memorial Fountain più vicina all’ingresso del Criterion e di Lillywhites.

John Oran – Flickr

Nella cartolina si notano ancora il marciapiede e la carreggiata fino a poco tempo prima riservata alle automobili: ci sono ancora segni gialli sull’asfalto.

E’ in ogni caso ulteriore passo avanti per la datazione della fotografia: Eros è dove si trova ancora oggi, pertanto l’immagine è successiva al 24 Marzo 1986, il giorno in cui tornò in cima alla fontana.

Poi succede questo. Ricevo un’email da Daniele Marcuzzi, fedele lettore del mio blog (che l’anno scorso ha contribuito con due bellissimi post sul calcio a Londra). Allega due fotografie scattate durante un viaggio londinese nella prima settimana di Luglio del 1987. La prima è sua, scattata praticamente dallo stesso punto in cui scattai la mia nel 1993.

La seconda è dell’amico che era a Londra con lui in quell’occasione. Un’immagine ripresa dalla paninoteca Wimpy, che era sul lato opposto della piazza.

Questa fotografia ci dice che a Luglio del 1987 la pedonalizzazione di Piccadilly Circus sembrava completata .

Tre mesi dopo, però, le ruspe tornarono in azione per sistemare definitivamente la pavimentazione. Questa fotografia risale al 9 Ottobre 1987 e sullo sfondo c’è il London Pavilion ancora impacchettato. I lavori sarebbero terminati nel Luglio dell’anno seguente.

Questo filmato risale al Dicembre del 1987, quando Piccadilly Circus era ancora congestionata dal traffico.

Ed eccomi arrivato all’ultimo indizio, che mi porta a quella che ritengo la soluzione più plausibile.

In primo piano, apparentemente fermo al semaforo, c’è un Routemaster modello RML, impegnato sulla linea n. 38 proveniente da Victoria Station.

Sul fianco sinistro si legge chiamamente una pubblicità di Pan Am, compagnia aerea oggi defunta: “Pan Am Give You Washington D.C. (Darn Cheap)”.

Ho fatto ricerche su ricerche e infine l’ho trovata, a pagina 30 del Sunday Mirror del 31 Maggio 1987.

In quel periodo Pan Am pubblicizzava questa offerta imperdibile per raggiungere la capitale degli Stati Uniti partendo da Heathrow. E lo fece nella primavera del 1987, per chi avesse scelto di viaggiare tra il 23 Giugno e il 22 Luglio.

La fotografia della cartolina sembra quindi risalire a quel periodo, alla tarda primavera del 1987. L’abbigliamento dei passanti, i lavori non ancora conclusi, tutti gli indizi sparsi nella scena. Tutto questo porta a questa conclusione, ma mi importa poco della sua esattezza.

Scerloccare la cartolina è stata l’occasione per mettere a fuoco tanti piccoli dettagli, per divertirmi, per approfondire la conoscenza di un luogo di cui credevo di sapere tutto o quasi.

E’ stata l’ennesima e forse inutile conferma che le meraviglie di Londra sono pressoché inesauribili.


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