Thomas Crapper e il WC che sculacciava la gente

120 King’s Road – Tube: Sloane Square

Nel 1966 Londra era sotto molti aspetti il centro del mondo. E si può tranquillamente affermare che King’s Road era il centro di Londra. Almeno per quanto riguarda la moda e la cultura giovanile.

Lungo questa trafficata e vivace arteria che attraversa il quartiere di Chelsea si davano battaglia quotidianamente due stiliste rivoluzionarie, Mary Quant e Kiki Byrne. Qui disegnava le sue collezioni il geniale Ossie Clark, “The King of King’s Road”, mentre Nigel Waymouth, Sheila Cohen e John Pearse inauguravano Granny Takes a Trip, la prima “boutique psichedelica”.

In mezzo a tanto fermento creativo, nel vortice della mitica Swinging London, passò nel totale silenzio la chiusura di un piccolo negozio al numero civico 120, che con la moda non aveva niente a che fare.

La gloriosa ditta “Thomas Crapper” produceva e vendeva sanitari: gabinetti, lavandini, vasche da bagno…

Il suo fondatore era nato nello Yorkshire nel 1836 e all’età di 17 anni si era trasferito a Londra per lavorare come garzone agli ordini del fratello maggiore, che faceva l’idraulico a Chelsea. In pochi anni di apprendistato il giovane Thomas aveva ampliato le sue conoscenze e aperto una sua attività poco distante. In testa aveva molte idee che negli anni successivi divennero brevetti di successo, grazie ai quali ottenne commissioni prestigiose (installò sanitari a Buckingham Palace, al castello di Windsor e a Sandringham, diventando così fornitore dei Reali inglesi).

Thomas Crapper ebbe l’indubbio merito di contribuire a cambiare una mentalità ben radicata. Fino ad allora gli inglesi erano infatti terrorizzati dalla sola idea che tubi contenenti acqua sotto pressione circolassero all’interno dei muri delle loro abitazioni: potevano scoppiare da un momento all’altro e allagare l’intera casa. Pertanto, per i bisogni “liquidi” si ricorreva ad un semplice vaso da notte mentre per quelli più importanti si usciva di casa e si espletava il compito in una latrina all’aperto.

Crapper non fu, come alcuni ritengono, colui che introdusse per primo lo sciacquone, invenzione ben più antica, ma fu l’uomo che lo portò ad un livello di efficienza mai sperimentato prima, anche grazie all’approvazione nel 1871 del “Metropolis Water Act”, che imponeva nuove regole per evitare gli sprechi idrici.

Più in generale fu lui a diffondere la concezione del moderno impianto sanitario idraulico e della sua installazione nelle abitazioni.

Suo il brevetto di un efficiente sifone a forma di “U” e di tombini che facilitavano l’ispezione (ne troverete quattro con la dicitura Thomas Crapper all’interno dei chiostri di Westminster Abbey!).

La produzione avveniva in quella che oggi è Draycott Avenue, all’epoca Marlborough Road.

Qui i prodotti venivano esposti in grandi vetrine e si dice che ogni tanto le signore che passavano di lì svenissero alla vista di decine di indecenti gabinetti! In ogni caso questa politica di marketing era vincente e Thomas Crapper divenne sempre più il sinonimo di impianti sanitari.

Ma ci fu un brevetto che andò storto…

Un giorno, infatti, Thomas Crapper introdusse un nuovo modello di WC totalmente automatico: non appena l’utilizzatore alzava le terga dalla tavoletta di legno, questa si sollevava con lui ed il movimento metteva in funzione lo sciacquone. Tutto perfetto, se non che dopo un certo numero di utilizzi le parti in gomma che stavano sotto la tavoletta cominciavano ad attaccarsi alla tazza per qualche attimo di troppo, con il risultato che la tavoletta si alzava con ritardo e velocemente, sculacciando dolorosamente il malcapitato! Il brevetto fu rapidamente accantonato…

Come detto, il negozio chiuse i battenti nel 1966 ma la ditta è ancora in salute, a quanto pare. Se siete interessati potete anche acquistare online il vostro nuovo bagno in puro stile vittoriano: https://www.thomas-crapper.com/

Un piccolo aneddoto: a volte, in Inghilterra, troverete degli orinali decorati con l’immagine di un’ape, che ha lo scopo di aiutare a “prendere la mira”.

In inglese ape si traduce con “bee” ma la parola latina è “apis”, che ha una certa assonanza con “a piss”

Un’ultima curiosità: il negozio di Thomas Crapper compare sullo sfondo di questa fotografia che ritrae un personaggio di cui scriverò prima o poi…

E’ Adam Diment, un romanziere di successo che scomparve nel nulla nel 1971…

 

Ti è piaciuto questo articolo e non vuoi perdere i prossimi? Iscriviti alla newsletter di The LondoNerD: riceverai un avviso via mail ogni volta che un nuovo post sarà pubblicato.