Il vicolo in cui David Bowie divenne Ziggy Stardust

23 Heddon Street – Tube: Piccadilly Circus

Nella biografia di David Bowie la parola “gennaio” ricorre molto spesso.

Fu in questo mese, il giorno 8, che il sobborgo di Brixton lo vide nascere nel 1947 con il nome di David Robert Jones. Il 17 gennaio del 1996 fu inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. Il 10 gennaio del 2016 tutto il mondo apprese con sgomento la notizia della sua morte.

Ma c’è un altro evento memorabile che accadde in pieno centro a Londra nel primo mese dell’anno: la foto di copertina di uno dei suoi album più famosi, “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars”.

Il 13 gennaio del 1972, infatti, in un vicolo secondario alle spalle di Regent Street atterrò sul pianeta Terra un essere mai visto, un alieno con le fattezze di una rockstar bisessuale. Ziggy Stardust, questo era il suo nome, era accompagnato da una band che vestiva come lui: zatteroni ai piedi, sgargianti tute aderenti, trucco pesante e acconciature mai viste.

David Bowie/Ziggy Stardust aveva appena pubblicato “Hunky Dory”, il suo quarto album, accolto con favore dalla critica ma non altrettanto bene dal pubblico. Facevano parte di quel disco brani che sarebbero diventati dei classici, come “Life on Mars?” e “Queen Bitch”, canzone fortemente ispirata al sound dei Velvet Underground. Eccola suonata live durante una puntata di una trasmissione storica della BBC, “The Old Grey Whistle Test”.

Avete notato la salopette verde e grigia indossata da Bowie? Ecco, tenetela a mente per un attimo…

La sera del 13 gennaio 1972 pioveva e faceva molto freddo. David Bowie e la sua band erano da qualche ora al primo piano del numero 29 di Heddon Street, dove c’era lo studio del fotografo Brian Ward. La registrazione dell’album procedeva spedita nei Trident Studios di Soho e sarebbe finita qualche settimana più tardi. Per l’immagine della copertina Bowie aveva chiesto a Ward un’ambientazione che richiamasse un “vicolo di Brooklyn”, come in un classico film di fantascienza, per rendere più conturbante l’apparizione dell’alieno Ziggy Stardust.

Per pura combinazione la via in cui si trovava il suo studio, Heddon Street, era il luogo perfetto. Quella sera, come ho detto, era particolarmente fredda e Bowie aveva una brutta influenza. Queste difficoltà, però, non lo fermarono: gli altri tre Spiders, infreddoliti, si rifiutarono di seguirlo all’aperto e si limitarono a posare in studio per il primo piano in stile Arancia Meccanica che sarebbe finito all’interno del disco.

Bowie, invece, scese in strada portandosi dietro una Gibson Les Paul e posò davanti all’obiettivo di Ward indossando una semplice salopette, per di più aperta sul petto. Nacque così, davanti al numero 23 di Heddon Street, una delle copertine più famose della storia del rock.

Le fotografie, in realtà, furono scattate in bianco e nero e furono poi colorizzate da Terry Pastor. Guardando gli scatti originali ci si accorge che la salopette indossata da Bowie è la stessa dell’esibizione alla BBC! Terry Pastor, invece del grigio-verde originale, scelse un vivace turchese. Anche i capelli cambiarono colore…

C’è chi ha trovato delle assonanze con l’atmosfera di un vecchio horror inglese del 1960, “Peeping Tom”, che racconta le gesta di un serial killer che filma le sue vittime prima di ucciderle.

Oggi come allora Heddon Street è una strada poco visibile, che corre parallela a Regent Street e Savile Row. Non ha più l’aria da “vicolo di Brooklyn” del 1972, è chiusa al traffico e dove un tempo parcheggiavano le automobili oggi vediamo i tavoli di alcuni ristoranti.

Da qualche anno, però, c’è una targa accanto al numero 23.

Ricorda la venuta su questa terra di Ziggy Stardust, la rockstar aliena che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica.

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