Steak & Ale Pie

9 Stanlake Villas – Tube: Shepherd’s Bush


“Len was a great cook, a smashing cook. I learned a lot about food from playing Harry Palmer” – Michael Caine

L’idea per questo post mi è venuta qualche settimana fa, quando ho rivisto a distanza di tanti anni The Ipcress File, il primo capitolo della saga di Harry Palmer, l’agente del controspionaggio britannico interpretato da un giovane Michael Caine. Il film, tratto da un romanzo di Len Deighton, non è un capolavoro ma vederlo per la seconda volta mi ha permesso di coglierne alcuni dettagli deliziosi.

L’inizio della pellicola è incisivo, con la colonna sonora di John Barry e i titoli di testa che scorrono durante la meticolosa preparazione del caffè mattutino da parte del protagonista.

Una manciata di chicchi messi a macinare, il bollitore elettrico, la french press in cui viene versata l’acqua bollente. Harry Palmer, nonostante sia assonnato, esegue tutto con precisione, come uno scienziato in laboratorio. E’ palese il suo interesse per la buona cucina.

C’è un’altra scena culinaria, quella in cui Palmer è a casa sua con una giovane e avvenente collega. Gli interni del film furono girati nei gloriosi Pinewood Studios ma per gli esterni fu utilizzato un edificio realmente esistente, al numero 9 di Stanlake Villas, vicino a Shepherd’s Bush.

Un’altra scena culinaria, dicevo. Palmer cucina un’omelette per la ragazza, rompendo le uova con una singola mano. Caine non era in grado di farlo e pertanto la mano che compare in primo piano nel film non è la sua ma quella di Len Deighton, autore del romanzo e cuoco provetto.

Nella cucina di Harry Palmer, inoltre, sono appesi dei ritagli di giornale: si tratta delle concise ricette (battezzate con il nome di cookstrips) ideate da Deighton e pubblicate in quel periodo dall’Observer.

Erano una sua invenzione dei tempi in cui era studente al Royal College of Art, pensate per non sporcare i costosi libri di cucina che collezionava.

“Sono disordinato e non volevo portarli in cucina. Quindi scrissi le ricette su un pezzo di carta ed era più semplice disegnare tre uova piuttosto che scrivere ‘tre uova’. Quindi disegnai tre uova, poi una freccia. Per me era il modo più naturale di lavorare.”

Proprio nel 1965 aveva dato alle stampe il suo “Len Deighton’s Action Cook Book”, una raccolta delle migliori ricette uscite sull’Observer. Il libro, ormai un cult, aiutò a superare lo stereotipo che voleva soltanto le donne dedite alla cucina e avvicinò ai fornelli un’intera generazione di maschi britannici.

Dato che oggi è il giorno di Pasqua ho pensato di fare due cose: la prima è condividere con voi la ricetta della torta pasqualina scritta e disegnata da Len Deighton in persona. Classe 1929, lo scrittore è ancora attivo all’età di 94 anni e pochi anni fa ha pubblicato una nuova serie di cookstrips dedicate alla cucina italiana.

La seconda idea è stata quella di cucinare e condividere con voi la mia versione di un piatto britannico per cui vado pazzo: la steak & ale pie.

Non sarei mai capace di disegnare una cookstrip, quindi ecco la ricetta in una forma più tradizionale. Enjoy!

Steak & Ale Pie

Ingredienti per il ripieno:

  • Un pezzo di muscolo di manzo (600 g)
  • Olio extra vergine di oliva
  • Una cipolla gialla
  • Uno spicchio d’aglio
  • Un pezzo di burro
  • Una carota
  • Una manciata di funghi champignon
  • Un rametto di rosmarino
  • Due foglie di alloro
  • Sale 
  • Pepe
  • Una bottiglia di Brown Ale
  • Farina
  • Un uovo

Ingredienti per la pasta briséè:

  • Farina (200 g)
  • Burro (100 g)
  • Acqua (70 ml)
  • Sale

Mettete a soffriggere in una casseruola la cipolla con tre cucchiai di olio, per una decina di minuti. Poi aggiungete lo spicchio d’aglio, la carota tagliata a rondelle, i funghi e il burro. Dopo qualche minuto è il momento della carne, fatta a cubetti.

Aggiungete il sale, il pepe, il rametto di rosmarino, le foglie di alloro e cuocete a fuoco alto per cinque minuti.

Quando tutto sfrigola allegramente è il momento della birra, da versare tutta insieme, che riporterà la quiete.

Poi versate dell’acqua a temperatura ambiente, fino a coprire completamente la carne e aggiungete due cucchiai di farina. Mescolate per evitare la formazione di grumi e aspettate che il tutto raggiunga il bollore. Dopo aver controllato di sale potete abbassare la fiamma e coprire con il coperchio. Da questo momento contate un’ora e mezza di lenta cottura.

Nel frattempo dedicatevi alla pasta brisée, incorporando il burro (freddo di frigorifero) e l’acqua, fredda anch’essa. Poi lasciatela riposare in frigorifero per almeno 45 minuti.

Dopo un’ora e mezza il ripieno sarà pronto, la carne ancora tenera e immersa in un sugo denso e profumato. Fatelo raffreddare.

Stendete 3/4 della pasta brisée in uno stampo e bucherellate con la forchetta il fondo.

E’ il momento di versare il ripieno e poi di chiuderlo con il resto della pasta brisée. Tenete da parte un po’ di sughetto e filtratelo: sarà una perfetta salsa gravy.

Spennellate con un rosso d’uovo e fate un’incisione a croce al centro, per permettere alla pie di “sfiatare”.

Mezz’ora di cottura in forno preriscaldato a 200 gradi e, dopo qualche minuto di riposo, è il momento di servire. Accompagnate il piatto con del purè di patate.



Ti è piaciuto questo articolo e non vuoi perdere i prossimi? Iscriviti alla newsletter di The LondoNerD: riceverai un avviso via mail ogni volta che un nuovo post sarà pubblicato.