L’ultimo concerto dei Beatles

3 Savile Row – Tube: Piccadilly Circus

“I’d like to say thank you on behalf of the group and ourselves and I hope we’ve passed the audition.” (John Lennon)

E’ noto a tutti il fatto che ad un certo punto della loro carriera i Beatles diedero l’addio ai concerti. Accadde alla fine di agosto del 1966 a San Francisco, ultima tappa di un estenuante tour mondiale.

La fotografia in bianco e nero dei quattro di Liverpool a Candlestick Park, allora lo stadio dei San Francisco Giants, mette un po’ di tristezza. Suonano in un anonimo palco montato in mezzo al prato, circondati da una gabbia di metallo come animali di uno zoo. Il pubblico è lontano, sugli spalti dello stadio, e anche se non le sentiamo possiamo immaginare le grida assordanti di migliaia di ragazzine isteriche. I Beatles, al contrario, non riescono a sentire il suono degli strumenti e della propria voce, colpa di un impianto di amplificazione inadeguato.

Ma quello dell’audio era l’ultimo dei problemi: la band disse basta ai concerti perché lo stress era diventato insopportabile. La stanchezza accumulata negli anni, la Beatlemania ormai fuori controllo, un incidente diplomatico nelle Filippine a causa del quale avevano rischiato il linciaggio, la voglia di sperimentare in studio nuovi suoni che nei concerti erano preclusi… insomma l’esibizione di San Francisco fu davvero l’ultima… oppure no?

Due anni e mezzo dopo, nel gennaio del 1969, i Beatles stavano ultimando l’album che sarebbe uscito l’anno dopo con il titolo di “Let It Be”. Sotto la direzione di Phil Spector ci stavano lavorando nel loro studio al piano interrato della sede di Apple Corps, inaugurata pochi mesi prima al numero 3 di Savile Row.

Apple Corps era il nome della società che avevano creato per riunire sotto un unico simbolo, quello della mela, tutte le loro attività: un’etichetta discografica, una casa editrice, una boutique di moda in Baker Street e appunto uno studio di registrazione al piano interrato dell’edificio.

Durante la lavorazione del disco decisero di affidare al regista Michael Lindsay-Hogg l’incarico di documentare la creazione della musica, le fasi della registrazione e il dietro le quinte. Per il finale del film (che sarebbe uscito con il titolo di “Let It Be”) bisognava pensare a qualcosa di originale: tra varie proposte vinse quella di un concerto improvvisato sul tetto della Apple!

La mattina di giovedì 30 gennaio 1969, in gran segreto e con un vento gelido e sferzante, cominciarono i preparativi.

Le prime note, quelle di “Get Back”, risuonarono verso mezzogiorno, mentre la gente usciva dagli uffici per la pausa pranzo.

Immaginate la sorpresa dei passanti e la coda di automobili che cominciò a formarsi…

Dalla strada non era possibile vedere cosa stava accadendo. Qualcuno riuscì in qualche modo ad entrare negli uffici della Apple e a salire fino al tetto. Altri si arrampicarono invece in cima ai palazzi adiacenti. I Beatles nuovamente in concerto a distanza di anni, incredibile!

Ad accompagnare i quattro di Liverpool c’era il talentuoso tastierista americano Billy Preston.

Nel frattempo, nello studio al pianterreno, Alan Parsons (che sarebbe stato due anni dopo l’ingegnere del suono di “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd) immortalava l’esibizione su due registratori a 8 tracce. Con lui c’era il produttore dei Beatles, George Martin, che non era salito sul tetto per timore di essere arrestato!

In strada la maggior parte della gente era entusiasta della musica proveniente dall’alto. Non tutti, però: Stanley Davis, ad esempio, commerciante di lana, chiedeva a gran voce che qualcuno fermasse quel “bloody noise”.

I Beatles suonarono per 42 minuti, fino a quando alcuni poliziotti non giunsero sul tetto e intimarono con risoluta gentilezza di terminare l’esibizione. Cosa che avvenne pochi minuti dopo.

Fu dunque questo l’ultimo concerto dei Beatles. Non avrebbero più suonato davanti ad un pubblico.

Oggi al numero 3 di Savile Row c’è un negozio di Abercrombie & Fitch. Si può entrare nell’edificio, molto rimaneggiato rispetto al 1969, ma il tetto è ovviamente off limits…

L’ultimo concerto dei Beatles è stato citato e omaggiato in più occasioni. Voglio ricordarne un paio. I mitici Rutles con la loro “Get Up And Go”…

… e i Simpson: Homer, Barney, Apu e il preside Skinner (“The Be-Sharps”) cantano “Baby On Board” sul tetto di Moe’s. Ad un certo punto si ferma una limousine dal cui finestrino si affaccia George Harrison. Osserva la scena e commenta sprezzante: “It’s been done!”

Ti è piaciuto questo articolo e non vuoi perdere i prossimi? Iscriviti alla newsletter di The LondoNerD: riceverai un avviso via mail ogni volta che un nuovo post sarà pubblicato.