Petticoat Lane, la strada che non esiste

Middlesex Street – Tube: Aldgate

All images copyright © Steve Hammond. All rights reserved.


Qualche giorno fa è stato il mio compleanno e il post di oggi è in qualche modo un piccolo regalo che ho fatto a me stesso e che voglio condividere con chi mi segue.

Mi fa una certa impressione scriverlo ma giovedì ho spento ben 44 candeline: sono nato infatti nel 1977. L’anno in cui a Memphis moriva Elvis, in cui in Inghilterra esplodeva il punk e l’Italia era alle prese con il terrorismo.

Nel Maggio del 1977, nei giorni in cui al cinema usciva il primo capitolo della saga di “Star Wars”, un giovane e squattrinato studente decise di trascorrere una giornata in strada e di portare con sé la propria macchina fotografica.

Si chiamava Steve Hammond, aveva 21 anni e studiava design al college, dove aveva facile accesso alla camera oscura. Appassionato di street photography, quel giorno di Maggio uscì di casa con un unico rullino da 36 pose: la pellicola e la carta per la stampa erano piuttosto costose per le sue tasche.

Scelse di passare la giornata nell’East End, al mercato di Petticoat Lane e dintorni. Il luogo ideale per la fotografia di strada, pieno di umanità e di scene imprevedibili.

In realtà Petticoat Lane non esiste. Si chiamava così un tempo, fino al 1830, quando cambiò nome e diventò l’odierna Middlesex Street. Qui (la domenica) e nell’adiacente Wentworth Street (ogni giorno tranne il sabato) si tiene un celebre mercato di stoffe e abbigliamento. Poco distanti ci sono altri storici luoghi di scambio: Old Spitalfields Market, Brick Lane Market, Columbia Road Flower Market.

C’è un motivo per il fatto che il sabato il mercato di Petticoat Lane non si tiene: in questa zona vivono i discendenti degli ebrei che cominciarono a raggiungere Londra a partire dal 1882, in fuga dall’Est Europa.

Qui trovarono una fiorente industria dell’abbigliamento, iniziata dagli ugonotti francesi un paio di secoli prima, e continuarono la tradizione del mercato.

La seconda guerra mondiale portò distruzione e spopolamento in tutto l’East End, molti abitanti si trasferirono altrove e per questa zona iniziò un lento declino.

Nel 1977, quando Steve Hammond scattò le meravigliose fotografie che state per ammirare, molto poco era cambiato dal 1945.

Un uomo anziano spinge un carretto su cui, smontata, trasporta la sua bancarella.
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Una vecchia signora cammina curva. In primo piano il cofano di un’automobile.
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Un copricapo posato su un vecchio carro per il trasporto della merce. Si possono leggere le scritte “On hire” e “J. Jones”.
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Un venditore di gelati. Chocolate, strawberry, lemon, vanilla… poca scelta di gusti e molta sostanza.
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La Jewish Soup Kitchen al numero 9 di Brune Street, che offriva un pasto ai più indigenti.
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Aprì i battenti nel 1902. Il numero 5662 corrisponde al 1902 nel calendario ebraico.
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La Jewish Soup Kitchen chiuse nel 1992 e fu trasformata in appartamenti.
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Questo fotomontaggio che unisce le tre immagini precedenti è opera di Steve Hammond.
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Lavanderia a gettoni in Tonybee Street.
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L’incrocio tra Wentworth Street e Leyden Street.
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“Biggest ever pension rise”.
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Un senzatetto attraversa la strada. Potrebbe trattarsi di un uomo soprannominato Mad Pat, che trascorreva le giornate raccogliendo spazzatura e cartoni.
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Steve Hammond mi ha segnalato il celebre scatto che Don McCullin fece a Mad Pat qualche anno prima, nel 1969.
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Un vecchio passante e una cassa di patate.
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La fatica dell’ambulante.
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Un poster delle cartine Rizla.
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Scatolame nella vetrina di un negozio di alimentari.
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Una vecchia signora si avvicina all’obiettivo di Hammond…
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… e lo guarda storto.
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“These bays are in constant use”.
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Un uomo si aggira tra i rifiuti dopo la conclusione del mercato. Siamo all’incrocio tra Bell Lane, Goulston Street e Wentworth Street.
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Mele francesi e arance spagnole sui banchi del mercato.
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Una commerciante di abbigliamento in Goulston Street. Sullo sfondo i famigerati Wentworth Dwellings, all’epoca abitati da duecento immigrati bengalesi in pessime condizioni sanitarie.
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Astral House in Middlesex Street, oggi diventato un pub, “The Astronomer”.
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Due ragazzi a spasso per Tonybee Street. Sullo sfondo Denning Point, grattacielo di 23 piani ristrutturato completamente nel 2014. Nel 1977 era in mano a spacciatori e prostitute.
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Un negozio di apparecchi elettrici. E un soprabito degno di nota.
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Una donna anziana, la testa avvolta in un foulard, avanza lentamente lungo il marciapiede.
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Mi sono imbattuto nelle fotografie di Steve Hammond qualche tempo fa, per puro caso. Sono comparse tra i post di un gruppo Facebook a cui sono iscritto, composto da appassionati del vecchio mercato di Petticoat Lane, molti dei quali vivono o hanno vissuto nella zona.

Guardando le immagini c’è chi ha riconosciuto il padre, chi il nonno scomparso da decenni, chi il palazzone dove ha abitato per anni. Io ho semplicemente visto molta bellezza e quindi ho scritto a Steve, per chiedergli il permesso di pubblicare le fotografie sul mio blog.

Ecco quindi il regalo di compleanno che mi sono fatto. Spero sia piaciuto anche a voi.


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2 thoughts on “Petticoat Lane, la strada che non esiste”

  1. Mi e’ piaciuto molto il tuo articolo. Da poco ho aperto il mio negozio italiano di abbigliamento proprio a Wentworth street. Bello vedere le foto dell’epoca grazie mille 🙂

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