Non ci sono più le librerie di una volta

83 Bell Street – Tube: Edgware Road


Avete presente quelle librerie moderne, à la page, fornitissime? Quelle con annessa una stilosissima caffetteria e con tante comode poltrone su cui sfogliare volumi estratti da ordinatissimi scaffali?

Ecco, dimenticate tutto questo e preparatevi ad un’esperienza totalmente diversa. Un po’ come ho fatto io qualche mese fa, accompagnato da Laura, amica triestina espatriata a Londra da un paio d’anni e fedele lettrice del blog.

Abbiamo passato insieme l’intero pomeriggio, con una decina di tappe di cui avevamo già discusso prima di vederci, alcune proposte da me e altrettante selezionate da lei. Un venerdì di marzo ci siamo dati un ritrovo alle 15 davanti alla statua di Sherlock Holmes all’uscita della stazione di Baker Street.

Tra i luoghi di cui avevo sentito parlare e che volevo visitare da tempo c’era una bottega di libri di seconda mano in zona Marylebone. Il tempio di questo tipo di negozi, fino a qualche decennio fa, era Charing Cross Road ma, uno alla volta, sono stati quasi tutti sostituiti da altre insegne. Bar e ristoranti, nel 99% dei casi.

Verso le 17, l’ora del tè, io e Laura abbiamo dunque imboccato Bell Street e raggiunto il civico 83, l’indirizzo dell’Archive Bookstore.

Visto dall’esterno il posto mi ha ricordato subito il negozio di fiori che compare in Alan Ford, che funge da copertura alla sede dello scalcinato Gruppo TNT.

All’esterno, sotto una tenda che deve aver passato molti inverni, erano esposti in grandi casse centinaia e centinaia di libri. Fin qui nulla di speciale, la meraviglia è arrivata quando abbiamo varcato la soglia e siamo stati accolti dal proprietario, il cui nome è Tim.

Forse “accolti” non è la parola giusta, perché Tim ci ha salutati a malapena, visto che era intento a chiacchierare con un amico piuttosto in là con gli anni che era sprofondato in una piccola e scomoda sedia di legno con una tazza di tè tra le mani. Erano le 17, come ho già detto.

Un’accoglienza senza troppe smancerie, come piace a me. La prima cosa che ho respirato, all’interno della libreria, è stata proprio un’atmosfera di libertà. Libertà di girare indisturbato, di passare ore ed ore a spulciare i titoli ammassati in ogni angolo, di scalare le pareti ricoperte di libri fino al soffitto, di rischiare la vita mettendo il piede su scalette di legno di dubbia solidità.

Libri, libri ovunque. Titoli improbabili, autori sconosciuti, tutto esposto apparentemente alla rinfusa.

Nel frattempo Tim, con la parte inferiore della cravatta infilata nella camicia, catalogava tomi polverosi evidentemente appena arrivati in negozio e intanto chiacchierava di Brexit con il suo anziano amico.

Quando però ho avuto bisogno di lui per un consiglio ha interrotto la conversazione e mi ha subito indirizzato nella direzione giusta. Sì, perché all’Archive Bookstore non esiste un vero e proprio ordine, qualcosa che agevoli la ricerca. Però il proprietario ha tutto in testa e in pochi istanti trova il volume che può fare al caso tuo, in mezzo a tutto quel marasma.

D’altra parte nella ricerca di un vecchio libro c’è un lato eroico e romantico, almeno io la vedo così. C’è l’emozione della scoperta, il brivido che assomiglia a quello dell’archeologo al momento del ritrovamento di un oggetto sepolto.

Poi, in questo posto, c’è un lato pittoresco: il seminterrato del negozio è tutto dedicato alla musica e agli spartiti, è ancora più zeppo di libri e quasi soffocante ma nasconde una sorpresa.

Scendendo per la scaletta ripida, ingombra di libri, mi sono accorto che c’era un pianoforte sgangherato ma perfettamente funzionante. Come mi avesse letto nel pensiero, dal piano superiore Tim ha interrotto il suo monologo su Theresa May per dirmi “You can play, if you like!”

Non me lo sono fatto ripetere due volte e così mi sono lanciato in un paio di pezzi di Neil Young e di David Crosby, in onore del mio amico Ciccio, vecchio compagno di tante scorribande musicali…

Una volta risalito in superificie, Tim ci ha raccontato che solitamente il venerdì pomeriggio c’è un amico, un pianista di 96 anni che suona jazz per tutto il tempo. Purtroppo quel giorno non stava benissimo e aveva saltato l’appuntamento.

Lunga vita a Tim e a questa piccola libreria, insomma! E’ il luogo dove si giunge sperando di imbattersi in qualcosa di impensabile, qualcosa che non avremmo mai pensato di trovare e di comprare. Come ho fatto io, che ho portato a casa per 10 sterline uno spartito più che raro: “The Basement Tapes” di Bob Dylan accompagnato dalla Band, anno 1975.

Non potevo trovare un libro più adatto, dopo aver suonato il pianoforte nel basement di un luogo così straordinario!


Ti è piaciuto questo articolo e non vuoi perdere i prossimi? Iscriviti alla newsletter di The LondoNerD: riceverai un avviso via mail ogni volta che un nuovo post sarà pubblicato.