Chequer Street, l’ultima strada di Londra con il parquet

Chequer Street – Tube: Old Street

“Le strade di Londra sono lastricate d’oro”

Questo detto è contenuto in una storia che si diffuse all’inizio del 1800, intitolata “Dick Whittington and His Cat”. Raccontava (con qualche libertà) la vita di Richard Whittington, un giovane nato da una famiglia molto povera che giunse nella capitale e fece fortuna come mercante fino a diventare sindaco di Londra per ben quattro mandati.

C’è una certa dose di ironia in questo detto, perché se è vero che la città offriva le migliori opportunità per sfondare nella vita, le vie di accesso per arrivarci non erano di certo ricoperte del prezioso metallo, anzi.

Non lo erano alla fine del 1300 (l’epoca di Whittington) ma la situazione non era migliorata di molto cinque secoli più tardi, quando uscì il racconto della sua irresistibile ascesa. Le strade che portavano a Londra erano ancora sporche oltre ogni immaginazione e costellate dalla miseria più profonda.

Nel 1800, inoltre, le vie della capitale avevano altri problemi, legati alla loro pavimentazione.

In alcune zone della città le strade erano ricoperte da quello che in Italia conosciamo con il nome di ciottolato, nelle sue varie declinazioni e in differenti materiali, primo tra tutti il porfido.

Il pavé londinese era fatto di pietre provenienti principalmente da località delle coste inglesi, ed erano rese lisce dalla secolare azione del mare. Sufficientemente durevole ma piuttosto costosa, questa tecnica aveva un grosso svantaggio: il rumore. Gli zoccoli dei cavalli e le ruote delle carrozze producevano un baccano spesso insopportabile.

Poi arrivò John Loudon McAdam, ingegnere scozzese, con l’invenzione che porta il suo nome. Il macadam è una pavimentazione composta da pietrisco e da un materiale legante (acqua, bitume o catrame).

Assicura un ottimo drenaggio dell’acqua piovana ma ha un difetto che la rese ben presto inadatta alle strade di Londra. Non consente infatti il passaggio di traffico pesante.

Nella prima metà dell’Ottocento la capitale era in piena espansione, la popolazione cresceva in modo vertiginoso e ogni giorno si riversava dalla campagna una moltitudine di carri carichi di merci e animali destinati ai mercati. Le strade in macadam cedevano facilmente sotto il loro peso.

Allora si tentò un’altra soluzione: il legno!

Sembra inverosimile ma a partire dal 1839 si cominciò ad utilizzare questo materiale per due ragioni: il passaggio delle carrozze era molto meno rumoroso e c’era maggiore sicurezza per i cavalli che le trainavano. A differenza della pietra e dell’asfalto, infatti, le cadute erano meno frequenti, soprattutto in caso di pioggia.

A Londra, a quanto pare, c’è soltanto una via in cui è ancora presente un fondo stradale in legno: si chiama Chequer Street ed è proprio accanto all’ingresso di Bunhill Fields, giardino pubblico utilizzato come luogo di sepoltura fino al 1855.

La sezione superstite misura appena un paio di metri per due.

Passa inosservata agli occhi di chiunque non conosca questo piccolo segreto ma se ci si avvicina e si scruta con attenzione non ci sono dubbi: si tratta davvero di legno.

Si notano gli anelli di accrescimento, quelli che permettono di calcolare l’età della pianta.

Le controindicazioni del legno? Erano molte!

Innanzitutto era difficile da pulire, assorbiva i liquidi (non soltanto la pioggia, anche l’abbondante urina dei cavalli!) e quindi rilasciava degli odori spesso nauseanti, oltre a necessitare di manodopera capace per essere posato. Un po’ come accade oggi per i moderni parquet delle nostre case.

Le bombe dei nazisti durante l’ultima guerra mondiale cancellarono le ultime tracce di questo tipo di strade a Londra. Gli ordigni squarciarono il terreno, spargendo ovunque blocchi di legno. La popolazione ne approfittò per fare provvista: era un combustibile perfetto per alimentare le stufe!


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