Il Vampiro di Highgate

Swain’s Lane – Tube: Archway

La prima volta che varcai il cancello del cimitero di Highgate fu tantissimo tempo fa, nel secolo scorso. Era la fine di agosto del 1996 e, fresco di maturità liceale, ero a Londra in compagnia di tre amici: Giovanni, Beatrice e Martina.

Un pomeriggio decidemmo di fare qualcosa di diverso dal solito e la scelta ricadde sul più famoso dei “Magnificent Seven”, i sette cimiteri privati aperti a Londra dopo la proposta di legge parlamentare del 1832 che incoraggiò la costruzione di luoghi di sepoltura fuori dal centro della città. La popolazione della capitale nei primi lustri del secolo era aumentata a dismisura e i piccoli cimiteri costruiti intorno alle chiese non potevano neanche lontanamente bastare per accogliere una delle conseguenze di questo boom demografico: i defunti, che in quel periodo toccavano punte di 150 al giorno.

All’epoca la sepoltura in uno dei sette grandi cimiteri privati di Londra era motivo di prestigio e di vanto ed è per questo che ancora oggi, camminando tra i viali silenziosi che li attraversano, capita di vedere mausolei e monumenti funebri meravigliosi. Spesso in rovina, coperte da erbacce e con il muschio che ha cancellato le iscrizioni e i nomi dei defunti, le tombe di Highgate sono in grado di stordire chi ci passa accanto.

Accadde così anche a noi quattro, che in quel caldo pomeriggio di agosto entrammo nel cimitero dall’ingresso di Swain’s Lane, con una mappa in mano e la ferma volontà di sperimentare qualche brivido vittoriano.

Ci riuscimmo, senza dubbio.

Uno degli obiettivi era la visita al personaggio più illustre che riposa a Highgate, Karl Marx. Io e Martina, giovani e “de sinistra” non riuscimmo a sottrarci alla classica foto con il pugno alzato.

Non ho ricordi precisi ma credo che passammo accanto a George Eliot, a Michael Faraday e a Elizabeth Siddal.

Negli anni successivi sarebbero arrivate altre celebrità, come Douglas Adams (l’autore di “Guida galattica per gli autostoppisti”) nel 2001 e come George Michael, nel 2016.

Il cimitero non era già più quello della fine della seconda guerra mondiale, durante la quale le bombe tedesche lo avevano bersagliato ripetutamente, frantumando le lapidi e scoperchiando le tombe.

Non era più lo stesso cimitero dimenticato e quasi abbandonato che tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo fu il palcoscenico di una sorta di isteria collettiva: la misteriosa storia del Vampiro di Highgate.

Tutto iniziò una mattina, con una lettera arrivata nella redazione di un giornale locale, l’Hampstead and Highgate Express (per gli amici “Ham & High”), nel febbraio del 1970.

Il mittente era un residente locale di 24 anni, un tale David Farrant. Raccontava che la sera del 24 dicembre dell’anno precedente, mentre passava accanto ai cancelli del cimitero, aveva intravisto una “figura grigia, alta, soprannaturale” e chiedeva ai lettori se qualcun altro avesse visto qualcosa di simile.

Le risposte arrivarono la settimana successiva, a decine. C’era chi confermava l’avvistamento di qualcosa di simile a quanto visto da Farrant, chi aveva visto un uomo con il cappello aggirarsi tra i viali e scomparire dentro una parete al suono delle campane, chi riferiva di un ciclista spettrale, chi ancora di una donna vestita di bianco.

Ma l’ipotesi più audace fu quella avanzata da un tizio di nome Seán Manchester: a suo dire il cimitero di Highgate era abitato da un vampiro.

Si trattava di un nobile vissuto e morto in Valacchia, che in vita aveva praticato la magia nera e la cui bara era stata trasferita a Londra dai suoi discendenti.

Cominciò così, dalle pagine di un giornale, una rivalità che è durata per quasi 50 anni.

Da una parte David Farrant, dall’altra Seán Manchester. Entrambi convinti di poter trovare ed estirpare la malvagia creatura di Highgate.

Si diedero appuntamento per la notte di venerdì 13 marzo ma, oltre a loro, accorse davanti ai cancelli del cimitero un folto gruppo di curiosi che aveva saputo della sfida. Riuscirono ad eludere la polizia e a decine scavalcarono le recinzioni, decisi a dare la caccia allo spettro. Ovviamente quella notte non ci fu alcun avvistamento.

Qualche mese dopo, in estate, fu rinvenuto il corpo carbonizzato e senza testa di una donna. Si pensò ad un rituale di magia nera.

David Farrant finì in galera qualche giorno dopo, quando fu trovato di notte tra i viali del cimitero, con un crocifisso ed un paletto di legno. Fu rilasciato quasi subito.

Negli stessi giorni, Seán Manchester bazzicava Highgate alla luce del sole: raccontò che un giorno aprì una tomba di famiglia che gli aveva indicato un veggente, sollevò il coperchio di una bara e fu sul punto di trafiggere con un paletto il corpo che giaceva all’interno. All’ultimo momento desistette, richiuse il sarcofago e lasciò aglio e incenso all’interno del mausoleo.

In galera Farrant tornò nel 1974, questa volta con una condanna più grave: danneggiamenti alle tombe e vandalismo. Lui si dichiarò innocente a gran voce, incolpando dei danni un gruppo di satanisti. Inutilmente, perché si fece tre anni di prigione.

La saga del Vampiro di Highgate durò fino alla fine del decennio, quando l’isteria collettiva si placò un po’ alla volta, non senza lasciare il segno. Per esempio un film targato Hammer, Dracula AD 1972, con Christopher Lee e Peter Cushing.

Gli avvistamenti però non si interruppero, così come la rivalità tra Farrant e Manchester che continuò senza esclusione di colpi, con reciproche accuse di falsità e di cialtronaggine.

Quando il “vescovo” Manchester fondò la British Occult Society, Farrant (sacerdote della religione Wicca) creò la sua British Psychic and Occult Society; quando il primo diede alle stampe “The Highgate Vampire”, il secondo replicò con “Beyond the Highgate Vampire”; Manchester dichiarò il rivale affetto da un disturbo narcisistico della personalità, Farrant diffuse un fumetto dedicato al suo antagonista, battezzato “The Adventures of Bishop Bonkers”.

Tutto questo è andato avanti per quasi 50 anni, fino all’8 aprile scorso, il giorno in cui Farrant ha lasciato questa terra dopo una lunga malattia. Non è dato sapere se il reverendo Manchester abbia fatto le sue condoglianze ma immagino di no.

Di certo il Vampiro di Highgate ha da oggi un nemico in meno.


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