L’avventura della mappa di Londra

Goodge Street – Tube: Goodge Street


Un pezzo alla volta, con il passare degli anni, la mia umile collezione di oggetti legati a Londra si sta facendo sempre più consistente.

Mercatini dell’usato, botteghe di antiquariato, qualche asta online: le mie finanze non mi permettono certo acquisti sconsiderati ma ogni tanto qualche sfizio me lo tolgo. C’è un po’ di tutto, a casa mia: dipinti, stampe, locandine, libri, album di ritagli o di fotografie, scatole di sigarette fumate ormai un secolo fa, agendine zeppe di appunti e appartenute a chissà chi.

Ogni oggetto ha la sua storia e di ognuno ricordo le circostanze e il luogo in cui l’ho acquistato. Mi sono ripromesso di mostrarveli tutti, prima o poi, e l’ho già fatto in passato (ricordate il mistero dello scrapbook vittoriano?). Non lo faccio per vanità ma perché questi oggetti sono il pretesto per raccontare storie, che in fondo è ciò che mi interessa, e per infondere meraviglia.

Oggi vi parlo dunque di un oggetto che possiedo da qualche anno e che, a prima vista, non pare suscitare particolare interesse. E’ una mappa di Londra, come ce ne sono tante, ormai vecchia di 110 anni.

Per inquadrare meglio il periodo, ecco un po’ di fatti accaduti nel 1913. Quell’anno a Londra e in tutta l’Inghilterra sono in pieno svolgimento le azioni coraggiose e rivoluzionarie delle suffragette, intenzionate a ottenere con ogni mezzo il diritto di voto per le donne. Una di loro, Emily Davison, muore l’8 Giugno dopo quattro giorni di agonia: si era gettata sotto il cavallo del Re, che stava correndo il derby di Epsom. Il 13 Agosto a Sheffield viene inventato l’acciaio inossidabile. Il 6 Settembre l’Arsenal trasloca nel nuovo stadio di Highbury. Sempre nel 1913 l’architetto Aston Webb rimodella la facciata di Buckingham Palace, quella del celebre balcone da cui si affaccia la famiglia reale.

In quegli anni escono ancora sullo Strand Magazine le avventure di Sherlock Holmes. Il suo creatore, Sir Arthur Conan Doyle, lo aveva fatto morire vent’anni prima alle cascate di Reichenbach, considerando ormai esaurito il personaggio ed essendo arrivato ad odiarlo perché enormemente più famoso dell’uomo che lo aveva inventato.

La pressione dei lettori e degli amici lo avevano convinto a farlo tornare in vita.

Nel 1913, dunque, Sherlock Holmes era all’apice della popolarità. E’ per questo che mi piace pensare che la mia mappa, o una molto simile, sia stata utilizzata da Conan Doyle per scegliere le strade e i luoghi di Londra che avrebbe percorso il suo personaggio, ovviamente in compagnia del fido dottor Watson.

Ora vi propongo un gioco. Chiudete gli occhi insieme a me e immaginate il celebre scrittore nel suo studio, mentre prende dalla libreria la sua copia della “Tape Indicator Map of London”, pubblicata dalla rinomata casa editrice “C. Smith & Son”, con sede a Londra e stabilimento a Croydon.

Charles Smith e il figlio operavano a Londra nella prima metà dell’Ottocento e producevano articoli di cartoleria, mappe e soprattutto apprezzati mappamondi, ancora oggi ricercati e molto costosi. Non c’è pericolo che io possa comprarne uno, state tranquilli: non sono abbastanza ricco e non saprei dove piazzare un arnese così ingombrante.

Conan Doyle apre dunque con meticolosità la cartina di Londra sul tavolo, dopo aver fatto spazio: la mappa è piuttosto grande e, per distenderla interamente, deve spostare gli amati volumi che trattano di spiritismo, la sua vera passione.

Per campare, però, gli tocca scrivere una nuova avventura di Sherlock Holmes e ambientarla in modo convincente e realistico. Il racconto, che intitolerà “L’avventura del detective morente”, uscirà nel Dicembre 1913 sullo Strand Magazine e sarà poi raccolto nel volume “L’ultimo saluto di Sherlock Holmes”.

Conan Doyle consulta la mappa con attenzione. Da qualche giorno ha in testa un indirizzo immaginario, che però suona bene: il numero 13 di Lower Burke Street. E’ qui che Holmes, che ha contratto una grave malattia tropicale, manda Watson, a bussare alla porta di uno sconosciuto gentiluomo.

“Lower Burke Street consisteva in una fila di case eleganti che sorgono più o meno in quella striscia che segna l’incerto confine fra Notting Hill e Kensington. La casa davanti alla quale si fermò la carrozza aveva un’aria boriosa di falsa modestia e rispettabilità dietro l’antiquata ringhiera di ferro, col suo massiccio portone a battenti, e gli ottoni lucidi. Il tutto in perfetta armonia con un solenne maggiordomo che comparve incorniciato dalla luce rosata di una lampada colorata alle sue spalle.”

La consultazione della mappa è per Conan Doyle un’ultima verifica, vuole essere certo che Lower Burke Street non esista. Nella legenda, che comprende ben 7.000 strade di Londra, di Lower Burke Street non c’è traccia.

Prima di ripiegare la mappa e di riporla al suo posto sullo scaffale della libreria, però, lo scrittore non resiste alla tentazione e compie qualche ricerca, per apprezzare ancora una volta l’ingegnosità di chi ha inventato questo sistema.

La “Tape Indicator Map of London”, infatti, è stata pensata per trovare in pochi istanti le 7.000 strade elencate nella legenda che la accompagna, utilizzando un nastro “graduato”, simile ad un metro da sarto. Un’estremità è saldata con un bottone a pressione sul lato sinistro della mappa, in modo da lasciare libero il nastro di allungarsi sulla cartina e di ruotare.

Conan Doyle cerca nell’elenco “Baker Street”, la strada in cui abita il detective. La legenda ne riporta ben quattro: una vicino a Brixton Road, una a Clerkenwell, una nei pressi di Commercial Road e una dalle parti di Portman Square. E’ l’ultima, quella che gli interessa trovare. Prende nota dei due numeri: 47 e 29.

47 è il numero da cercare lungo il bordo della mappa, e 29 è il punto del nastro (che va puntato in direzione del numero 47) su cui fermare il dito. Ecco comparire magicamente Baker Street!

Un altro esempio: St Bartholomew’s Hospital, noto con il nomignolo di Barts, l’ospedale dove ha studiato il dottor Watson e dove avviene il suo primo incontro con Sherlock Holmes. Due soli numeri: 50 e 45. Il gioco è fatto.

Provo anch’io la “Tape Indicator Map of London”, che a quanto pare non sbaglia un colpo. L’unico errore lo scopro sfogliando la legenda: accanto a “Goodge Street” una mano ignota ha fatto una correzione, cancellando i due numeri (54 e 53) e sostituendoli con altri due: 35 e 45.

In effetti, posizionando il nastro in direzione del 45, così come ho fatto per il Barts, ma fermandomi prima, al numero 35, ecco comparire Goodge Street.

E’ una strada di Fitzrovia, conosciuta soprattutto per l’omonima stazione della Northern Line e per un’incantevole pezzo di Donovan del 1965.

Goodge Street viene citata in un altro racconto di cui è protagonista Holmes, “L’avventura del carbonchio azzurro”, uscito nel 1892. Un tizio che sta percorrendo la strada viene circondato da alcuni teppisti e riesce a fuggire, lasciando però a terra due oggetti: il suo cappello nero di feltro e un’oca pronta per essere cucinata.

Un commissario li porta entrambi a Sherlock Holmes, il quale partirà da questi due indizi per risolvere il caso del furto di un gioiello dal valore inestimabile, sottratto alla contessa di Morcar.

Non ci sono altre correzioni fatte a mano in tutta la legenda. A questo punto la domanda sorge spontanea: il possessore della mappa si è accorto dell’unico errore oppure ce ne sono altri? Io ho fatto decine di ricerche e non ne ho scovati.

Torniamo al 1913, nello studio di Sir Arthur Conan Doyle.

Lo scrittore richiude soddisfatto il piccolo volume. L’indirizzo in cui collocare l’abitazione alla cui porta bussa il dottor Watson è quindi deciso: 13 Lower Burke Street.

Manca però il nome del personaggio che abita la casa “dall’aria boriosa di falsa modestia e rispettabilità”. Lo scrittore ci sta pensando da giorni ma il nome giusto non affiora.

L’occhio gli cade sulla copertina della mappa, in cui compare il nome del suo editore: “C. Smith & Son – London”. Sì, forse Smith è un cognome adatto al personaggio che si sta delineando.

“C. Smith”… accanto ad un cognome comune e diffusissimo ci vorrebbe un nome di battesimo originale, mai visto prima. Magari che inizi con la C ma che non sia uno dei soliti nomi, come Charles o Christopher.

Alla fine Conan Doyle, non si sa come, estrae il coniglio dal cilindro: Culverton, Culverton Smith! Ecco il nome giusto per il personaggio!

E così, finalmente soddisfatto, può riporre la mappa sullo scaffale della libreria. Lo faccio anch’io, felice per aver condiviso con voi lettori un oggetto così incantevole.


Ti è piaciuto questo articolo e non vuoi perdere i prossimi? Iscriviti alla newsletter di The LondoNerD: riceverai un avviso via mail ogni volta che un nuovo post sarà pubblicato.

4 thoughts on “L’avventura della mappa di Londra”

  1. Grazie, da ammiratrice di Conan Doyle è stato bello immaginare questa scena e… sentirmi meno ‘stramba’, dato che anch’io ogni tanto mi abbandono ad analoghe fantasie partendo da un oggetto che in qualche modo mi ha colpita, ma di cui non so nulla 🙂

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *