Lo spaventoso seminterrato di St Charles Square

St Charles Square – Tube: Ladbroke Grove


Le probabilità che la cosa si verificasse erano molto poche ma io ci speravo comunque. L’avevo scritto quattro settimane fa. Ero arrivato a Lucca per l’unica data italiana dei Blur e il post di quel giorno, sabato 22 Luglio, era dedicato ad una loro canzone che adoro e che nel 2023 ha compiuto 30 anni: For Tomorrow. Ambientato a Primrose Hill, è forse il pezzo più londinese del loro repertorio. Il mio auspicio, esageratamente ottimistico, era che finisse in scaletta a Lucca ma le premesse erano molto sfavorevoli.

Le uniche date del tour in cui l’avevano suonata erano state quelle di Wembley, l’8 e il 9 Luglio, e altre quattro città inglesi in cui era andato in scena il warm-up prima del debutto londinese: Colchester, Eastbourne, Wolverhampton e Newcastle.

In Francia, Irlanda, Danimarca, Olanda, Spagna e Portogallo neanche l’ombra di For Tomorrow. A Lucca, invece, al terzo posto degli encore, subito prima di Tender e The Universal che hanno chiuso il concerto, eccola!

Mi piace pensare che averla inserita nella scaletta sia stato un regalo che mi hanno fatto i Blur, la ricompensa per la mia fiducia, la ciliegina in cima ad una torta clamorosamente buona che ho condiviso con 35.000 persone. Tanti eravamo un mese fa sotto le mura di Lucca.

I quattro sul palco sono ancora quelli di allora, il girovita si è un po’ allargato, le diottrie sono diminuite, ma il talento è intatto. Suonano e si divertono, si avverte che non lo fanno (soltanto) per il denaro ma che hanno ancora qualcosa da dare al pubblico.

L’ultimo album, The Ballad of Darren, ne è la prova più concreta.

Nessuna nostalgia per il Britpop, anche se il titolo richiama un episodio (accaduto tra l’altro in Italia) che risale a quel periodo: il Darren del titolo è Darren “Smoggy” Evans, la guardia del corpo di Damon Albarn, ed è l’uomo che all’ultimo momento sostituì al basso Alex James sul palco di Sanremo 1996! Alex aveva perso l’aereo per l’Italia e quella sera, presentati da Pippo Baudo, al teatro Ariston si presentarono soltanto Damon Albarn e il batterista Dave Rowntree, oltre a Smoggy, che non aveva mai preso in mano un basso. Anche Graham Coxon era assente per altri impegni e al suo posto fu piazzato un cartonato a grandezza naturale con le sue sembianze. L’esibizione, in playback, è tutta da vedere.

Il pezzo che ha aperto il concerto di Lucca è il secondo singolo tratto dall’album, St Charles Square. Come in For Tomorrow c’è un riferimento a Londra, già nel titolo. Potevo forse non approfondire?

In realtà su questo indirizzo c’è poco da dire. Si tratta di una piazza che in realtà non lo è, nel senso che St Charles Square è fatta di tre strade che contornano un isolato al cui interno si trovano la chiesa di San Pio X, un paio di scuole cattoliche e un monastero di suore carmelitane fondato nel 1878.

Per quanto si cerchi non si trovano molte fonti che raccontino meglio questo angolo di città a pochi passi da Portobello Road.

Altra cosa il singolo dei Blur. Per prima cosa St Charles Square è un brano che non lascia indifferenti, non a caso è l’apertura di quasi tutte le date del tour. La Gibson Les Paul di Graham è acida e cupa, e insieme a basso e batteria fa sì che l’atmosfera generale ricordi a tratti il David Bowie di Scary Monsters. Il testo scritto da Damon Albarn è altrettanto sinistro ed enigmatico.

I fucked up
I’m not the first to do it
Must forgo now, your smile
Off the wall, beige
I’m fixtures and fittings now
Call me out, but call me

‘Cause there’s something down here
And it’s living under the floorboards (ah!)
It’s grabbed me ’round the neck with its long and slender claw
Ooh, don’t leave me here, baby, don’t leave me completely
‘Cause I might not get back to myself at all

St. Charles Square
This year’s migration
Basement flat with window bars
Pauli’s outside
Spare me the gloaters and the pain
I don’t want it anymore

‘Cause there’s something down here
And it’s living under the floorboards (ah!)
It’s up and down the clock of the town hall back in time
Oh, I’ll ride with you, baby, I’ll ride with you forever
But we might not get back to ourselves at all, no

Tesco disco
The room is shrinking fast around me
It grabbed me by the ankle and pulled me under
Loneliness, I’ve been here before
‘Cause every generation has its gilded posers

Weird vibrations in the basement
I don’t like this scene
Pauli’s ghost come back to haunt me
Think I’m gonna-

Nella nota stampa, Albarn dice che St Charles Square è un luogo dove si possono ritrovare i fantasmi dei mostri. Nel suo caso il fantasma è quello di Pauli. Il cantante racconta che negli anni ’90 si recava in St Charles Square per procurarsi la droga. Pauli, che nel frattempo è morto, era il suo spacciatore e viveva lì, in un’automobile. “Ho messo nella canzone tutte queste esperienze cupe. L’atmosfera del brano è altrettanto oscura.”

Il verso “Tesco Disco” si riferisce a un locale abusivo di Notting Hill (a quanto pare chiuso definitivamente nel 2010), che sorgeva accanto a un supermercato della nota catena.

Cercando informazioni su St Charles Square, mi sono infine imbattuto in un breve articolo, uscito sul Kensington Post del 22 Dicembre 1972. Non c’entra nulla con il testo dei Blur ma ho trovato qualche inquietante somiglianza. Leggetelo, intanto.

UOMO UCCISO DA UNO SCALDABAGNO DIFETTOSO

Uno scaldabagno difettoso, che ha sprigionato una quantità pericolosa di monossido di carbonio, ha causato la morte di un uomo di 21 anni, affogato in un bagno di St Charles Square, North Kensington.

Un inchiesta condotta nell’ufficio del Coroner di Westminster ha registrato un verdetto di morte per cause accidentali per Terence Hay Buchan. Era a casa di amici al momento del decesso.

Pochi minuti prima che morisse una giovane madre aveva fatto il bagno alla figlia nell’appartamento del seminterrato.

La signora Janet Squires, che ora vive a Richmond, ha detto che il signor Buchan aveva pernottato nell’appartamento per tre notti. Il 7 Dicembre, alle 11,30 circa del mattino, aveva lavato sua figlia Vanessa. Poi il signor Buchan era entrato nel bagno e aveva chiuso a chiave la porta per evitare che i bambini facessero avanti e indietro. La donna aveva sentito lo scorrere dell’acqua mentre andava a aprire la porta ad un amico, Andrew Fenner, che era passato per un caffé.

Dopo poco, suo figlio Jason aveva avuto bisogno del bagno e aveva bussato alla porta, senza ottenere risposta. “Più tardi ebbi anch’io la stessa esigenza ma bussai inutilmente. Era un po’ imbarazzante continuare a fare la spola quindi chiesi a Andy di bussare.” ha detto la signora Squires.

Il signor Fenner ha testimoniato che aveva bussato e che dal bagno non proveniva alcun suono. Allora era andato sul retro della casa per provare ad entrare dalla finestra. Non ci era riuscito perché era protetta dalle inferriate. Tornato all’interno, aveva provato a guardare attraverso il buco della serratura e gli era sembrato di avvertire odore di gas, quindi aveva infranto il pannello di vetro della porta.

Il signor Buchan era steso su un lato all’interno della vasca da bagno, immerso per metà nell’acqua. Era già morto.

L’anatomopatologo dottor Michael Crompton ha affermato che la morte è stata causata da un annegamento ma l’elevato livello di monossido di carbonio suggeriva una perdita di coscienza che aveva portato all’annegamento.

Il signor Peter Hattersley, funzionario di collegamento tecnico della North Thames Gas Board, ha certificato che il livello di monossido di carbonio dopo 26 minuti era sette volte più alto del limite di sicurezza. Ha affermato che nello scaldabagno entrava troppo gas e che, a causa del soffitto troppo basso, non era presente una canna fumaria verticale. Lo scaldabagno sarebbe stato sicuro soltanto se ci fosse stato un estrattore meccanico. Ha detto che i proprietari della casa erano stati informati e che si stavano prendendo accordi per mettere in sicurezza tutti gli scaldabagni dell’edificio.

L’articolo si conclude così, bruscamente. Il povero Terence Hay Buchan finì i suoi giorni ad appena 21 anni, per colpa di un anonimo idraulico che aveva installato male uno scaldabagno.

La storia della sua fine non c’entra nulla con la canzone dei Blur, però… però proviamo a rileggerne il testo, immaginando che sia il povero Terence a cantare.

I fucked up
I’m not the first to do it
Must forgo now, your smile
Off the wall, beige
I’m fixtures and fittings now
Call me out, but call me

Terence è fottuto, non ci sono dubbi.
E chissà se le pareti del bagno della signora Squires erano davvero beige…

‘Cause there’s something down here
And it’s living under the floorboards (ah!)
It’s grabbed me ’round the neck with its long and slender claws
Ooh, don’t leave me here, baby, don’t leave me completely
‘Cause I might not get back to myself at all

Riuscite ad immaginare la creatura che vive sotto le assi del pavimento del bagno? Afferra Terence per il collo con i suoi artigli lunghi e sottili. Lui chiede inutilmente aiuto.

St. Charles Square
This year’s migration
Basement flat with window bars
Pauli’s outside
Spare me the gloaters and the pain
I don’t want it anymore

L’appartamento di St Charles Square è proprio al seminterrato e le finestre del bagno hanno le inferriate. Chi è Pauli? Forse un amico di Terence?

‘Cause there’s something down here
And it’s living under the floorboards (ah!)
It’s up and down the clock of the town hall back in time
Oh, I’ll ride with you, baby, I’ll ride with you forever
But we might not get back to ourselves at all, no

La creatura è sempre lì, sotto il pavimento, i pensieri di Terence vanno alla persona che ama e capisce che forse non ci sarà più il tempo per ritrovarsi.

Tesco disco
The room is shrinking fast around me
It grabbed me by the ankle and pulled me under
Loneliness, I’ve been here before
‘Cause every generation has its gilded posers

La stanza diventa sempre più piccola, la creatura afferra il povero Terence per la caviglia e lo trascina sott’acqua.

Weird vibrations in the basement
I don’t like this scene
Pauli’s ghost come back to haunt me
Think I’m gonna-

Sembra di sentirle, le vibrazioni nel seminterrato. Il fantasma di Pauli è tornato a perseguitare Terence. L’ultima frase è troncata, il triste finale è quello che abbiamo appreso leggendo l’articolo del Kensington Post.


Ti è piaciuto questo articolo e non vuoi perdere i prossimi? Iscriviti alla newsletter di The LondoNerD: riceverai un avviso via mail ogni volta che un nuovo post sarà pubblicato.

2 thoughts on “Lo spaventoso seminterrato di St Charles Square”

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *