Stanley Green, il mite predicatore di Oxford Street

34 Haydock Green – Tube: Northolt

Oggi vi racconto la storia di un personaggio londinese in cui mi sono imbattuto un po’ di tempo fa. E’ una storia malinconica, che mi ricorda una canzone dei Beatles che compare in Revolver. Ho sempre pensato che il protagonista di oggi avrebbe meritato una strofa, tanto quanto Eleanor Rigby e Father McKenzie…

Stanley Green morì nel suo appartamento nel sobborgo di Northolt il 4 dicembre del 1993.

Era un sabato e i marciapiedi di Oxford Street, quel giorno, sarebbero stati brulicanti di gente affaccendata nelle compere natalizie. Chissà se morendo gli passò per la testa questo pensiero, cioè che il sabato non era il giorno più adatto per andarsene. Mi piace pensare che andò proprio così.

Stanley Green aveva passato gli ultimi 25 anni della propria esistenza vivendo in questa casa popolare, che gli era stata assegnata dopo la morte dei genitori, con i quali aveva abitato fino all’età di 53 anni. Una volta rimasto solo al mondo, smise di lavorare e iniziò la sua personalissima e tenace crociata.

La giornata iniziava presto. Faceva una colazione spartana con un uovo e del porridge, si preparava un pranzo al sacco fatto di verdure e frutta e, prima di uscire di casa, impastava il pane che avrebbe lievitato con calma durante la sua assenza. Scendeva due rampe di scale e, dopo aver fissato sulla schiena un grande cartello rettangolare, inforcava la bicicletta.

Lo aspettavano 12 miglia, che percorreva in un paio d’ore, prima di giungere in Oxford Street e cominciare il suo pattugliamento quotidiano lungo una delle strade più animate di Londra.

Il cartello, agganciato ad un palo, era palesemente fatto in casa, con cartone, legno e vernice. Negli anni ce ne fu più d’uno in realtà, perché non essendo impermeabili ogni tanto si rovinavano per la pioggia ed era necessario sostituirli. Il più recente, quello che fu trovato in casa dopo la sua scomparsa, lo potete vedere esposto al Museum of London, in una vetrina che espone qualche fotografia del suo creatore e alcuni esemplari dell’opuscolo che vendeva ai passanti.

Ma per capire meglio l’uomo di cui vi sto parlando, uno dei più stravaganti personaggi della storia recente di Londra, bisogna fare un passo indietro e tornare al 1938, l’anno in cui il giovane Stanley Green si arruolò nella Royal Navy.

Era nato il 22 febbraio del 1915, ultimo di quattro fratelli. Suo padre era impiegato in una ditta che produceva tappi per bottiglie.

Rimase in Marina per 7 anni, fino al termine della seconda guerra mondiale, e risale a questo periodo il trauma che condizionò il resto della sua esistenza. A bordo delle navi, infatti, fu scioccato dall’importanza che i suoi compagni attribuivano al sesso e dalla libertà con cui ne parlavano quando erano lontani per settimane, a volte mesi, dalle proprie donne.

Terminata la guerra, Stanley tornò a vivere con i genitori e fece molti diversi lavori: presso la Fine Art Society, poi impiegato da Selfridges, magazziniere e infine si mise in proprio come giardiniere.

Nel frattempo aveva sviluppato una sua teoria che, partendo da quanto aveva osservato con orrore durante gli anni in Marina, arrivava alla conclusione che un eccesso di proteine portava ad una maggiore lussuria, ad un desiderio sessuale esagerato che sfociava nella violenza e nell’aggressività. Limitando l’assunzione di carne, pesce, uova e altro si sarebbero ridotti i conflitti tra coniugi e di conseguenza si sarebbe evitato un collasso della società in generale. Secondo Green le proteine erano utili per la crescita dei bambini ma in età adulta diventavano superflue, se non addirittura pericolose. Allo stesso modo era da evitare la sedentarietà ed è per questo che in fondo al cartello ad un certo punto comparve l’aggiunta “AND SITTING”.

Morti padre e madre a distanza di un anno l’uno dall’altra, come detto, Stanley Green decise di cominciare la sua opera di sensibilizzazione. Iniziò timidamente nel giugno del 1968, frequentando il mercato del sabato a South Harrow, ma dopo sei mesi decise di alzare il tiro: avrebbe raggiunto il cuore di Londra.

Ogni mattina, dal lunedì al sabato, partiva in bicicletta e passava l’intera giornata fuori di casa, percorrendo Oxford Street avanti e indietro con il suo cartello. Faceva soltanto una sosta per il pranzo in un “posto caldo e segreto” nei paraggi.

In questo video Stanley Green compare per qualche secondo al minuto 0:31.

Il sabato sera lo trascorreva a Leicester Square, dove i giovani stavano in coda all’entrata dei cinema. Rivolgeva alle ragazze frasi di questo tipo:

“Non puoi ingannare il tuo sposo e fargli credere che sei vergine, la prima notte di nozze!”

Sosteneva anche che “married love is not for single people”, dove married love era un eufemismo per la parola “sesso”.

Non c’era nulla di religioso in questa sua crociata, si potrebbe piuttosto chiamarla una forma di umanesimo secolare. Predicava la moralità dei costumi per diventare esseri umani più gentili e quindi persone migliori. Ciò nonostante veniva spesso visto come un fondamentalista cristiano e aveva preso l’abitudine di indossare un impermeabile e un cappello perché capitava spesso che qualche passante gli sputasse addosso!

Peter Ackroyd nel suo “Londra. Una biografia” sostiene che “era solitamente ignorato dalla marea di gente che gli passava accanto e pertanto divenne un simbolo commovente dell’indifferenza e della noncuranza della città”.

La domenica era dedicata al riposo ma era anche il giorno in cui metteva in funzione la sgangherata macchina da stampa con la quale sfornava i suoi opuscoli di 14 pagine, intitolati “Eight Passion Proteins With Care”.

Nel corso di 20 anni ne vendette circa 87.000 copie in 84 edizioni, ad un prezzo che dai 10p del 1980 arrivò a 12p tredici anni dopo. Lo potete scaricare in pdf a questo indirizzo.

La macchina da stampa faceva un baccano infernale e scatenava puntualmente litigi con i vicini che avrebbero voluto passare la domenica in pace.

C’è da dire che Stanley Green era un individuo coerente con quanto propugnava: la sua dieta era molto ripetitiva ed era fatta di verdure, datteri tritati, pane e un miscuglio di sua invenzione che metteva insieme polvere di latte e barley water. Inoltre la sua costanza e la sua disciplina ben si sposavano con il divieto di fare vita sedentaria.

Per 25 anni, senza un giorno di sosta, le sue settimane si susseguirono come ho descritto. La bicicletta fu abbandonata nel 1980, quando compì 65 anni e gli fu concesso un pass gratuito per viaggiare sui mezzi pubblici.

Anno dopo anno divenne un’icona londinese, familiare a chiunque frequentava Oxford Street. Gli stilisti Wayne e Geraldine Hemingway, fondatori di Red or Dead, disegnarono una collezione ispirata al suo messaggio.

In questa “Postcard from London” datata 1991, Clive James lo intervista al minuto 30:54.

La mia prima volta a Londra fu nell’estate del 1993, l’ultima estate di Stanley Green, e ovviamente non ho ricordi di averlo incrociato ma feci sicuramente shopping in Oxford Street e con molta probabilità lo incrociai inconsapevolmente…

12 miglia in bicicletta e ritorno, la stampa avventurosa di un opuscolo da vendere a degli sconosciuti, gli sputi da evitare… era dura la vita del predicatore nel secolo scorso!

Mi domando come avrebbe diffuso le sue idee oggi il nostro Stanley Green…

Molto probabilmente con un blog, come fa il sottoscritto!

 

“Stanley Green, writing the words
Of a booklet that no one will read
No one comes near
Look at him working, printing his books
On a sunday when there’s nobody there
What does he care

All the lonely people
Where do they all come from?
All the lonely people
Where do they all belong?”

 

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One thought on “Stanley Green, il mite predicatore di Oxford Street”

  1. Sono un Londonnerd ormai in disarmo, ma ho frequentato Londra come te a partire dagli anni ’70 fino a qualche anno fa. Oxford Street faceva parte delle mie quotidiane maratone londinesi e ho incrociato decine e decine di volte Stanley Green con il suo cartello, il suo cappellino e il suo impermeabile. Ricodo benissimo anche la sua voce cantilenante mentre recitava “Less fish… “. Nella mia stralunata visione di Londra era una presenza familiare insieme a qualche altra che potrei raccontare. Quando a metà degli anni ’90 non l’ho più visto ho cominciato a sentirne la mancanza.

    Silvano

    p.s. Bello il tuo blog. Lo seguirò

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