Una lapide nazista a Londra

9 Carlton House Terrace – Tube: Piccadilly Circus

C’era una volta Leopold von Hoesch, ambasciatore tedesco a Londra.

Correva l’anno 1932 e in Germania la Repubblica di Weimar viveva i suoi ultimi e tormentati momenti. Il tentativo di instaurare una democrazia liberale sulle macerie della Prima Guerra Mondiale era fallito tragicamente, creando un’enorme inflazione e altissimi livelli di disoccupazione.

Nei dieci anni precedenti Leopold von Hoesch aveva diretto l’ambasciata parigina e si era ricavato un ruolo di primo piano ai tempi del Patto di Locarno.

Fu trasferito a Londra pochi mesi prima che Adolf Hitler ricevesse l’incarico di Cancelliere del Reich.

La sede dell’ambasciata tedesca era al numero 9 di Carlton House Terrace da un secolo esatto, da quando l’edificio era stato ultimato dal celebre architetto John Nash.

Si tratta di due lunghi ed eleganti blocchi di case che si affacciano sul Mall e guardano St James’s Park. Sono separati tra loro da Waterloo Place, una lunga strada rettilinea che poi prende il nome di Regent Street e sbuca in Piccadilly Circus.

Leopold von Hoesch, uomo di cultura, sempre elegantissimo, era quanto di più lontano si possa immaginare dal prototipo del nazista e, anzi, appena insediato, si fece subito apprezzare dai politici e dai diplomatici inglesi, primo fra tutti dal futuro Primo Ministro Anthony Eden. Hoesch cominciò a lavorare intensamente per rafforzare i rapporti tra Berlino e Londra ma, dopo qualche tempo, i suoi rapporti con Adolf Hitler e il suo consigliere di politica estera Joachim von Ribbentrop cominciarono a farsi molto difficili.

Il braccio di ferro continuò per mesi, finché, probabilmente a causa del crescente stress a cui era sottoposto, alle 10 di mattina dell’11 Aprile 1936 Leopold von Hoesch morì per un infarto mentre si stava vestendo nella sua camera da letto all’interno dell’ambasciata.

Londra gli tributò tutti gli onori, a riprova della stima di cui godeva. Il suo feretro, avvolto nella bandiera con la svastica, fu scortato fino a Dover e qui caricato sul cacciatorpediniere inglese Scout per essere riportato in Germania.

In patria non gli fu riservata un’accoglienza analoga e un solo membro del partito nazista partecipò alla cerimonia di sepoltura.

Se oggi ci ricordiamo ancora di Leopold von Hoesch, però, è soprattutto merito del suo cane Giro.

Verso la fine degli anni ’60, infatti, quando l’ambasciata era già stata trasferita altrove, nel giardino sul retro del numero 9 di Carlton House Terrace erano in corso dei lavori. Un uomo di nazionalità tedesca passava di lì e scorse una piccola lapide che era stata divelta e sembrava pronta per essere eliminata. C’era una scritta nella sua lingua:

“Giro”

Ein Treuer Begleiter

London Im Februar 1934

Hoesch.

(“Giro”, un fedele compagno. Londra, Febbraio 1934. Hoesch.)

Giro era il cane di Leopold von Hoesch. Morì due anni prima del padrone per un tragico incidente: a quanto pare masticò un cavo elettrico che si trovava nel giardino e rimase folgorato.

Grazie all’anonimo passante la lapide fu salvata e spostata in una piccola aiuola, a lato della scalinata che scende sul Mall, proprio all’ombra della colonna del Duca di York.

Nel 1936 Joachim von Ribbentrop fu nominato ambasciatore tedesco a Londra. Incaricò Albert Speer, l’architetto personale del Führer, di rinnovare completamente gli interni di Carlton House Terrace, oggi occupati dalla sede della Royal Society.

La leggenda narra che sul pavimento di una delle stanze dell’edificio (non si sa quale) l’architetto Speer fece eseguire un mosaico raffigurante un enorme svastica. Dopo la fine della guerra, quando l’ambasciata fu requisita dagli inglesi, sorse il problema di eliminare questo ingombrante simbolo del passato. Anziché rifare la pavimentazione, però, fu deciso di coprire l’intero mosaico con uno strato di moquette. Chissà se un giorno l’enorme svastica tornerà alla luce del sole…


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