North End, la stazione che non è mai esistita

Hampstead Way – Tube: Golders Green


Esiste una vasta bibliografia dedicata alle ghost stations della London Underground: stazioni abbandonate, che dopo anni di onorato servizio sono diventate superflue e i cui ingressi sono stati demoliti o murati. I convogli le attraversano veloci, senza fermarsi, e della loro presenza non ci si accorge, perché le piattaforme sono buie e praticamente invisibili.

Anni fa ho dedicato un post a una delle più famose, situata lungo la Central Line e chiamata “British Museum”, nella quale pare vivere ancora oggi un’infelice principessa egizia.

Su Wikipedia c’è una pagina che elenca tutte le stazioni abbandonate dell’intera rete della metropolitana londinese: è un numero consistente ma quello che mi ha stupito è scoprire che esiste una lista altrettanto nutrita di stazioni progettate e mai inaugurate. Si tratta di progetti approvati e non concretizzati per i motivi più diversi: mancanza di fondi, cambi di programma all’ultimo momento, difficoltà nella realizzazione…

Il caso più curioso è quello della stazione di North End.

L’unica traccia che è rimasta al giorno d’oggi la potete trovare lungo Hampstead Way, una strada sinuosa che collega Hampstead Heath a Golders Hill Park. E’ un edificio basso, quasi nascosto dagli alberi, ed è l’unico punto di accesso alla lunga rampa di scale che scende nel sottosuolo.

Questa storia comincia nel 1903 e ha per protagonista un potente uomo d’affari americano, Charles Tyson Yerkes, che negli anni precedenti aveva avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo dei trasporti cittadini a Chicago e nella stessa Londra.

Nonostante le proposte dei residenti, aveva ottenuto l’approvazione da parte del Parlamento per estendere tra Hampstead e Golders Green la Charing Cross, Euston and Hampstead Railway, oggi conosciuta con il nome di Northern Line.

Alla guida di un consorzio, raccolse i fondi necessari e fece partire i lavori. I suoi operai cominciarono a scavare i tunnel e gli ingegneri misero a punto il progetto della nuova stazione che sarebbe sorta in Hampstead Way.

Il vero interesse di Yerkes e soci erano però i terreni agricoli che sorgevano sopra la linea sotterranea: aveva intenzione di comprarli, di renderli edificabili e di costruire un intero quartiere. Le nuove abitazioni sarebbero state popolate da inquilini che avrebbero raggiunto in pochi minuti il centro della città a bordo della moderna ed efficiente ferrovia sotterranea.

Tutto perfetto, apparentemente. Peccato che ad un certo punto entrò in scena Henrietta Octavia Weston Barnett, famosa attivista e pedagogista, che viveva proprio lì e non aveva alcuna intenzione di assistere alla costruzione di un intero quartiere.

Costituì un comitato di residenti e acquistò tutti i terreni adiacenti la stazione in costruzione, ben 243 acri, facendoli diventare un’estensione di Hampstead Heath e ponendo le basi per la costruzione di una città-giardino, Hampstead Garden Suburb.

Il comitato guidato dalla Barnett sosteneva che la ferrovia sotterranea avrebbe alterato il fragile ecosistema del parco. In realtà, più prosaicamente, la loro principale preoccupazione era che la domenica avrebbero assistito all’arrivo in metropolitana di un’orda di proletari, desiderosi di una gita in campagna, che avrebbero scassato la quiete della ricca ed elitaria Hampstead.

Davanti al fatto compiuto il povero Yerkes dovette arrendersi. Senza i terreni e senza le case la nuova stazione sarebbe stata perfettamente inutile e i lavori si fermarono a poche settimane dalla conclusione, nel 1906. Yerkes era uscito di scena da qualche mese: era infatti morto a New York il 29 Dicembre del 1905.

La stazione di North End rimase nascosta e priva di accesso dalla superficie fino agli anni ’50, quando fu trasformata in una stanza di controllo per la prevenzione degli allagamenti in caso di attacco nucleare, se il Tamigi avesse sfondato le possenti paratie che lo separano dalla metropolitana.

Soltanto allora furono installati una scala elicoidale e un ascensore manuale.

In superficie venne costruito l’edificio che vediamo oggi, volutamente simile a una normale cabina elettrica per non dare nell’occhio. Erano i difficili anni della Guerra Fredda.

Nel decennio precedente, durante il secondo conflitto mondiale, North End era stata temporaneamente utilizzata come archivio, per proteggere i documenti dalle bombe tedesche.

Oggi i treni della Northern Line sfrecciano accanto alle piattaforme che non videro mai transitare alcun passeggero. Se ultimata sarebbe stata la stazione più profonda di tutta la rete londinese: ben 67 metri sotto il livello del suolo.

Oggi la stazione che non c’è è chiamata anche “Bull and Bush”, dal nome di uno storico pub che sorge nei paraggi.


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3 thoughts on “North End, la stazione che non è mai esistita”

  1. Un altro post estremamente interessante, ricco di particolari altrettanto interessanti. Mi sono pure emozionata perché da studentessa ho vissuto in questa magnifica zona di Londra… Per me Addison Way e Hampstead Garden Suburb rappresentavano (e tuttora rappresentano!) la libertà, la serenità e la gioia di vivere in una città assai dinamica, multi-etnica, multi-culturale, multi-religiosa. Una città veramente cosmopolita! Ancora oggi rimpiango di non essere rimasta a vivere a Londra!!!

    1. Grazie Mariangela, se vuoi condividere con i lettori qualche storia londinese il mio blog è a tua disposizione. A presto, un caro saluto.

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